La cura della pubalgia

Trattamento chirurgico o conservativo?

La scelta del trattamento chirurgico o conservativo è strettamente collegata al singolo caso di ernia da sport. Vediamo cosa prevede ciascun trattamento e qual è la cura più indicata a seconda della gravità della pubalgia.

Nelle lesioni acute di solito è più indicato il trattamento conservativo, con riposo e terapia antinfiammatoria. Il trattamento conservativo è mirato a eliminare o diminuire i sintomi dolorosi rinforzando e stabilizzando i muscoli della parete addominale e delle pelvi. A un periodo di riposo di circa 4-6 settimane, associato a terapia con FANS e fisiokinesiterapia, segue una fase di riadattamento all’attività sportiva. A seconda del danno iniziale, il trattamento conservativo può richiedere 10-12 settimane.

Nelle forme croniche il trattamento chirurgico rappresenta la scelta ideale, soprattutto se il dolore persiste da lungo tempo e i trattamenti conservativi non hanno dato dei risultati. Il trattamento chirurgico ha un tasso di successo del 90% e assicura una regressione completa della sintomatologia dolorosa.

A seconda del singolo caso, si potrà optare per una di queste tecniche riparative:

  1. Plastica inguinale con impianto di rete con ricostruzione del tendine congiunto, con eventuale neurolisi periferica
    Si esegue in anestesia locale e richiede un’ospedalizzazione di 12-24 ore. Permette di riprendere l’allenamento completo in circa 3-4 settimane.
  2. Ernioplastica per via laparoscopica
    I vantaggi sono simili, ma per via dei possibili danni iatrogeni e la necessità di eseguire l’anestesia generale questa tecnica è più indicata nei casi di lesioni dei muscoli retti.
Il trattamento conservativo

Nelle lesioni acute di solito è più indicato il trattamento conservativo, con riposo e terapia antinfiammatoria. Il trattamento conservativo è mirato a eliminare o diminuire i sintomi dolorosi rinforzando e stabilizzando i muscoli della parete addominale e delle pelvi. A un periodo di riposo di circa 4-6 settimane, associato a terapia con FANS e fisiokinesiterapia, segue una fase di riadattamento all’attività sportiva. A seconda del danno iniziale, il trattamento conservativo può richiedere 10-12 settimane.

Il trattamento chirurgico

Nelle forme croniche il trattamento chirurgico rappresenta la scelta ideale, soprattutto se il dolore persiste da lungo tempo e i trattamenti conservativi non hanno dato dei risultati. Il trattamento chirurgico ha un tasso di successo del 90% e assicura una regressione completa della sintomatologia dolorosa.

A seconda del singolo caso, si potrà optare per una di queste tecniche riparative:

  1. Plastica inguinale con impianto di rete con ricostruzione del tendine congiunto, con eventuale neurolisi periferica
    Si esegue in anestesia locale e richiede un’ospedalizzazione di 12-24 ore. Permette di riprendere l’allenamento completo in circa 3-4 settimane.
  2. Ernioplastica per via laparoscopica
    I vantaggi sono simili, ma per via dei possibili danni iatrogeni e la necessità di eseguire l’anestesia generale questa tecnica è più indicata nei casi di lesioni dei muscoli retti.

E dopo l’intervento chirurgico?

Il trattamento riabilitativo successivo in media dura circa 1 un mese e dipende dalla presenza o meno di patologie associate.

Nella 1° settimana postoperatoria è prescritto il riposo e la deambulazione è limitata. Sono previsti solo esercizi isometrici di potenziamento degli addominali e dei muscoli dell’anca.

Si possono svolgere esercizi di articolarità attiva dell’anca e si può iniziare la rieducazione con cyclette.

Si iniziano gli esercizi di potenziamento della muscolatura addominale dei muscoli pelvitocranterici, cui si associa ginnastica di stretching e di flessibilità dei muscoli del tronco.

È autorizzata la corsa.

Si può riprendere l’allenamento atletico.

1° settimana

Nella 1° settimana postoperatoria è prescritto il riposo e la deambulazione è limitata. Sono previsti solo esercizi isometrici di potenziamento degli addominali e dei muscoli dell’anca.

2° settimana

Si possono svolgere esercizi di articolarità attiva dell’anca e si può iniziare la rieducazione con cyclette.

3°- 4° settimana

Si iniziano gli esercizi di potenziamento della muscolatura addominale dei muscoli pelvitocranterici, cui si associa ginnastica di stretching e di flessibilità dei muscoli del tronco.

5° settimana

È autorizzata la corsa.

6° settimana

Si può riprendere l’allenamento atletico.